''FUOCO ALLA GUERRA'' 2016/2017

recensioni

Da Settembre 2016 a Maggio 2017 si svolgono le prove per l’allestimento dello spettacolo “Fuoco alla guerra”, Coreografia e Regia di Fabrizio Manachini.

Durante le prove e gli spettacoli si sono avvicendati numerosi spettatori che hanno gentilmente “recensito” lo spettacolo, dette recensioni sono risultate determinanti per capire l’impatto del soggetto dello spettacolo sugli spettatori.

Si deve tenere presente che chi assiste ad una prova in sala prove spesso si sente un po’ “un intruso”, in quanto si entra in un mondo generalmente precluso agli spettatori inoltre, cosa ancor più importante, anche se si assiste ad un “filato” (cioè lo spettacolo intero e senza interruzioni) mancano luci, costumi e naturalmente l’ambiente “teatro”. Nonostante questo, gli scritti a seguire, rivelano un coinvolgimento emotivo ed artistico molto forti, segno tangibile di un’accurata messa in scena capace di trasmettere correttamente il massaggio principale di “Fuoco alla guerra”.

Ultima informazione importante è la varietà di composizione del pubblico per età, professione, gusti e quant’altro. Questo è un punto fondamentale degli scopi istituzionali della Fondazione A: rivolgersi ad un pubblico il più eterogeneo possibile che è poi, mai come ora, l’ambiente sociale in cui noi tutti viviamo.

Alcune recensioni, ne riportiamo alcune, sono state scritte dopo aver assistito alle prove ed altre dopo aver assistito allo spettacolo, ciò che leggerete sono commenti di chi ha visto lo spettacolo dall’esterno.

Per sapere cosa ha provato chi ha vissuto lo spettacolo dall’interno, cioè gli interpreti, vi rimandiamo alle relazioni scritte direttamente dagli interpreti!

RECENSIONI

…ho visto ed apprezzato enormemente lo spettacolo! Oltre al balletto, che ho apprezzato molto, mi è piaciuta l'interpretazione delle ballerine, il canto e il messaggio che il coreografo/regista, Fabrizio Manachini, e tutta la compagnia hanno voluto mandare al pubblico. Ci tengo a dire che la classe che ho accompagnato personalmente ha apprezzato lo spettacolo…
Alessandra Colatarci, Insegnante Isis Mattei, 2016

Mi è piaciuto molto lo spettacolo, soprattutto il significato che lanciano i vari balletti. Durante lo spettacolo ho cercato di capire il significato delle coreografie. Mi sono piaciuti in particolare tre balletti: quello con i telefono (smartphone ndr), “La sagra della porchetta” e “il bambino con il pigiama a righe”. “La sagra della porchetta” è quello più simpatico e anche se può sembrare una sciocchezza colpisce molto il pubblico. Del balletto con i telefoni mi è piaciuta molto l’idea di come si può sfruttare un oggetto in un balletto. La parte che mi è piaciuta di più de “il bambino con il pigiama a righe” è l’ultima scena dove muoiono tutti e i due bambini (il bambino tedesco ed il bambino ebreo ndr) muoiono tenendosi per mano.
Alice Foschi, 13 anni, Vincitrice Borsa di Studio Fondazione A 2017/2018, 2017

Penso che le ragazze che frequentano la Fondazione A e che hanno seguito il percorso Formativo (inerente all’allestimento di “Fuoco alla guerra” n.d.r.) in questi dieci mesi di prove si sia rivelato davvero utile a livello di interpretazione, tecnico e personale. Il debutto è stato straordinario, molto diverso rispetto ai classici saggi ai quali le ragazze erano abituate. Lo spettacolo mi ha fatto davvero divertire, ma anche commuovere in vari punti. Ringrazio la Fondazione A e il regista/coreografo Fabrizio Manachini.
Ania Potuszynska, Casalinga, 2017

Francamente non mi aspettavo uno spettacolo così bello, armonioso, divertente e vario con argomenti e tematiche classiche, ironiche, comiche, sentimentali e drammatiche, eseguito con bravura e classe sia nella prosa che nel ballo e canto, BRAVI, BRAVI TUTTI DAVVERO!!! In particolare la piccolina (Clarissa D’Amico n.d.r.) mi ha veramente toccato e commosso: è un “piccolo portento”!!! Complimenti al Regista-Coreografo: geniale la scelta dei soggetti e le scene, bellissimo il gioco di luci. Grazie.
Anna Frosini, Imprenditrice, 2017

Commento superpositivo. Bella idea. Coreografie belle intersecate da piccoli sprazzi recitazione… canto… passaggio bellissimo tra comicità ..classico...moderno... Ottima scelta tematica. Coinvolgente..seria ...commemorativa senza esagerare e appesantire il lavoro generale. BRAVE le ragazze, si evince la loro voglia di fare. PULITE nei movimenti.. spazi ed altro. Il lavoro del coreografo è minuzioso e si nota. Complimenti a tutto lo staff..per i costumi..musiche ..canto..luci... Quello che ci vuole da uno spettacolo che arrivi a tutti. Riassumo in una frase di colori che spesso sono rappresentativi per la vita. FORTE E CALDO come Rosso ...essenziale BIANCO e NERO. Ancora complimenti...In attesa della nuova produzione! Buon proseguimento a tutti!
Antonella Mura, Impiegata, 2017

Mia moglie ed io siano rimasti molto emozionati nell'assistere ad un evento nel quale delle tematiche così impegnative siano state affrontate con grande impegno, professionalità e, forse, con quella giusta dose di leggerezza e di speranza che solo la danza e la musica sanno regalare.
Antonello De Lorenzo, Solvay Soda Ash & Derivatives, 2017

“Fuoco alla guerra” è uno spettacolo ricco di significati e denso di citazioni che fanno capolino tra la leggiadria della danza. Le coreografie non lasciano niente al caso ed ogni gesto, eseguito con estrema professionalità, esprime e suscita mille emozioni. Molto incisivo il balletto sui cellulari, le ballerine mutano velocemente: dall’essere umane all’essere automi comandati dai nuovi media. È uno spettacolo realizzato da giovani e giovanissime ballerine non professioniste, inserite in coreografie che non tendono a puntare troppo sulla fisicità dell’esecuzione, ovvero sulla tecnica forte e strabiliante, ma che ne curano e ne esaltano lo stile e l’eleganza dei movimenti. Ciò contribuisce a rendere lo spettacolo pieno di fantasia, ironia, bellezza e mistero.
Barbara Manachini, Ricercatrice e Docente Universitaria , 2017

Tutte le creazioni culturali che l'uomo elabora e realizza hanno una caratteristica comune: quando vengono sottoposte a "valutazione", il giudizio dato è mutevole ed è quasi sempre in accordo con i criteri personali che ciascuno di noi ha acquisito e/o trasmesso durante il percorso delle proprie esperienze esistenziali: un vero cammino evolutivo. Stante il mio percorso professionale il mio commento non può che essere di natura "evolutiva". Il che comporta anche il superamento del mito delle due culture Arte e Scienza. Lo spettacolo si apre con una scena travolgente dove predomina il colore rosso, colore del sangue: colore della guerra, della morte e della vita: molto suggestivo. Segue "La sagra della porchetta": anche questa pièce mi ha coinvolto "evolutamente": Una scena dove regna comicità e ironia. Queste sono alcune delle tante emozioni che offre questo spettacolo. Per concludere segnalo la straziante vicenda vissuta dal bimbo con il pigiama a righe, in un campo di concentramento nazista. Uno spettacolo polivalente, con una strutturazione di tempo-spazio globale, il che richiede una particolare attenzione da parte sia del produttore che del consumatore.
Bianca Isolani, Insegnante, 2017

"Fuoco alla guerra" è arrivato diretto ai miei sensi prima che alla mente e, nel contempo, ha stimolato quel piacere mentale che si attiva nello spazio magico dove il semplice rende il senso del complesso. In quest' ora è mezza di spettacolo è andata in scena, come in un quadro dai molteplici colori, la complessità della vita. Ed ecco che l'umoristico danza con il tragico, l'accappatoio di Marylin convive con il pigiama a strisce del campo di concentramento, il nero rende ragione del bianco e si viene trasportati, con eleganza e delicatezza, dalla commozione alla risata senza mai cadere nel patetico o nel retorico. Fusione armonica di danza classica e moderna, canto e recitazione, in un piacevole tutto che è diverso e più dalla semplice somma delle singole discipline. Sarà per queste -e per innumerevoli altre ragioni- che, quando si chiude il sipario, si esce con la voglia di rivederlo per coglierne appieno le molteplici sfumature.
Carolina Rimoldi, Psicologa, 2017

Lo spettacolo era interessante perché: aveva parti comiche e parti tristi come “il bambino con il pigiama a righe” che mi è piaciuto un sacco… anche se vederlo alle prove è stato più bello perché ho visto quanto impegno c’è dietro; però le ragazze (gli interpreti n.d.r.) si sono date da fare sia in teatro che in sala prove è questa è la dimostrazione che tu e loro (il coreografo e gli interpreti ndr) fate dei buoni lavori e spero proprio che sia così anche con me perché la danza è la mia passione e non sprecherò questa occasione e non vedo l’ora di aver finito lo spettacolo per vedere come viene, ma sono sicura che sarà bellissimo.
Caterina Bucci, 10 anni, Vincitrice Borsa di Studio Fondazione A 2017/2018, 2017

La coreografia era molto intensa e molto credibile, spero che anche per noi quest’anno sarà così!
Chiara Veneruso 10 anni, Vincitrice Borsa di Studio Fondazione A 2017/2018, 2017

Volevo personalmente complimentarmi con voi per lo spettacolo del 19 giugno u.s. tenuto al Teatro Solvay. Le ragazze sono state bravissime, divertenti ed hanno mostrato un'alta preparazione: l'espressività dei loro visi (nonostante la giovane età) mi ha molto colpito. Faccio, inoltre, i complimenti per le coreografie e per le scelte musicali che hanno ben rappresentato il messaggio ed il tema della serata. Uno spettacolo che, dall'inizio alla fine, mi ha fatto veramente divertire e riflettere. Bravi, bravi, bravi!!
Claudio Cataldo, Avvocato, Presidente Rotary Club Rosignano Solvay A. R. 2016-2017, 2017

"Fuoco alla Guerra" trasmette un messaggio universale di pace usando sapientemente la dialettica del contrasto e dell'armonia grazie alla quale scaturiscono nello spettatore emozioni è profonde riflessioni. Bravi tutti!
Donatella Casarosa, Insegnante ISIS Mattei, 2016

Lunedì 19 Giugno 2017 ho assistito alle prove e anche allo spettacolo della Fondazione A. Personalmente trovo che sia stata un'esperienza unica che tutti dovrebbero provare; parlando da ballerina so in prima persona quanto impegno ci vuole per riuscire a creare uno spettacolo come questo. In poche parole le persone che fanno parte di questa Fondazione riescono a creare delle cose uniche che tutti dovrebbero vedere.
Elisabetta Bratu, 16 anni Studentessa, 2017

19 Giugno 2017 un debutto per la Fondazione A e anche per me.... prima volta spettatrice di uno spettacolo di danza... mi sono seduta con un misto di curiosità e titubanza e sono uscita dal teatro con la VOGLIA di vedere presto il prossimo spettacolo!! Bravissimi i componenti del cast, emozionanti le coreografie, divertenti i testi, avvincente il susseguirsi di emozioni diverse!!! Che dire ancora.... BRAVI!
Elisabetta Failla, Impiegata, 2017

“Fuoco alla guerra” è un susseguirsi ininterrotto di gesti, di parole, di musiche che determina un sorprendente fluire delle emozioni. Uno spettacolo pieno di sorprese ed una grande opportunità per giovani danzatrici e danzatori.
Filippo Castiglia, Dirigente Regionale, 2017

Lo spettacolo “Fuoco alla guerra” mi è piaciuto molto, sia la coreografia che l’interpretazione. Le idee della parti comiche mi sono piaciute. Al teatro secondo me è venuto un millesimo meglio, che in sala prove, perché le espressioni erano un po’ intense e le ballerine più coinvolte. I cantanti molto bravi e espressivi in entrambi i casi. Il balletto che in teatro mi ha colpito di più è stato quello con i telefoni perché la musica era molto coinvolgente e vedere le luci dei cellulari muoversi è stato simpatico e divertente, inoltre i passi erano molto belli. Invece i sala prove mi ha emozionato tanto il balletto “il bambino con il pigiama a righe”. Dopo aver visto lo spettacolo a teatro mi è venuta una voglia matta di far parte di una compagnia così brava… ora che ci sono è un vero sogno che si avvera!
Ginevra Cesari, 10 anni, Vincitrice Borsa di Studio Fondazione A 2017/2018, 2017

Avendo mia figlia nel cast sono arrivata a teatro piena di curiosità, interesse e aspettative. Inoltre essendo una persona piuttosto critica ho vissuto con inevitabile ansia il vostro esordio perché si sa che quando l'aspettativa è alta facilmente viene delusa. Ebbene: non solo non sono stata delusa anzi! È stata una grande sorpresa! Ho visto uno spettacolo nuovo, fresco, ben fatto e soprattutto professionale. Ho apprezzato la scelta di utilizzare l'ironia per sdrammatizzare l'argomento di per sé forte e che sia stato fatto in maniera equilibrata e senza forzature. Le parti in cui doveva essere espressa la violenza, la durezza, l'angoscia e la paura sono emerse in modo chiaro ed efficace. Mi è piaciuto il gioco della irriverenza alternata all'esaltazione utilizzate con misura nei confronti del "balletto " ... Suggeriva: Non vogliamo prenderci troppo sul serio. Sorprendente è stato ritrovarsi a guardare lo spettacolo nella sua pienezza senza soffermarsi su mia figlia (come sarebbe naturale), perché tutto era ben costruito e amalgamato. Non c'era una ballerina da vedere ma un corpo di ballo ben preparato e affiatato. Incredibile il lavoro che siete riusciti a fare con un solo fine settimana al mese! Brave le ragazze e onore al merito del Coreografo. Bello lo spettacolo nel suo insieme, belli i balletti, belle le parti recitate, bella la scelta dei costumi, delle luci e della musica non ultimo: bravi i cantanti. Infine tutto l'insieme ha reso inutile l'impiego di scenografie che oggi suppliscono spesso alle carenze di idee della regia, non ne abbiamo minimamente sentito la mancanza! Bravi! Complimenti!
Giovanna Ubaldi, Antiquario, 2017

Uno spettacolo, si, per gli occhi, per le orecchie ma, soprattutto, per il cuore. Ho avuto la fortuna di vedere, in qualche modo, crescere (seppur da occhio inesperto qual è il mio) questa rappresentazione e la relazione che tutte le interpreti hanno instaurato con la stessa. Due prove ed, infine, la prima della spettacolo al Teatro Solvay di Rosignano Solvay lo scorso 19 Giugno a cui ho assistito mi hanno concesso l'onore di prendere parte ad un spettacolo che mi ha provocato un crescendo d'emozioni che io stessa non mi aspettavo: non solo la struttura visiva dello stesso, merito di un direttore artistico, Fabrizio Manachini, che ha pienamente dimostrato il suo alto valore professionale, ma anche la tenacia e la professionalità con le quali delle ragazze molto giovani, bambine in alcuni casi, hanno affrontato l'impegno di portare in scena questa splendida rappresentazione. Ridurre tutto ciò che ho provato in una sola parola? Solo questa: grazie!
Giulia Gabbrielli, Segretario Rotary Club Rosignano Solvay A.R. 2017-2018, 2017

Lo spettacolo è stato grintoso, elegante e cattivo!!!
Giulia Mari, 7 anni Studentessa, 2016

Mi è piaciuto il messaggio che ha comunicato questo spettacolo: promuovere la pace facendo vedere tutta la violenza e la cattiveria che scatena la guerra. È come un film, da una scena si passa ad un’altra diversa con la prospettiva di altre persone, questo crea un po’ di confusione, ma anche di curiosità su cosa accadrà nella scena successiva.
Giuseppe Castiglia, 10 anni Studente, 2017

Volevo fare tanti complimenti sia al Coreografo Fabrizio Manachini che ai suoi interpreti perché ho passato una bellissima serata in vs compagnia Complimenti ancora e arrivederci al prossimo anno.
Grazia Moroni, Impiegata, 2017

"Fuoco alla guerra": l'unione armonica tra danza, canto e recitazione. Uno spettacolo poliedrico con varie chiavi di lettura, piacevole e garbato, spiritoso e delicato, con un finale che colpisce dritto al cuore e che ci lascia comprendere la terribile tragedia della guerra. Un grande lavoro organizzativo e di passione, una risposta dei giovani sorprendente. Una rappresentazione fruibile a tutti i livelli anche per coloro che non amano andare a teatro. Lo consiglio a grandi e piccini!
Laura Mannucci, Docente Universitario e Broker, 2017

Spettacolo estremamente interessante sia nel contenuto che per il trasporto e le emozioni che mi hanno attraversato. Sono passata da sensazioni di gioia e spensieratezza ad altre di malinconia e tristezza. Gli interpreti hanno dimostrato un elevato livello tecnico, artistico ed espressivo. Inoltre la regia è stata curata in ogni particolare senza tralasciare nessun elemento, drammaturgicamente tutto ha un inizio, uno sviluppo ed una conclusione, rendendo anche ogni messaggio di sotto testo chiaro ed immediato. L’uso della musica è risultato sempre molto appropriato: sia che sia trattato di brani classici che di brani contemporanei. La coreografia è risultata molto forte e toccante proprio perché il coreografo ha reso a livello visivo ciò che in realtà sarebbe solo uditivo. Ho trascorso un “piccolo, ma grande” momento e consiglio vivamente la visione di questo spettacolo che è originale, proprio perché difficilmente etichettabile.
Laura Pesco, Prof.ssa di Filosofia e Psicologia, 2016

Ho avuto il piacere di partecipare al Galà dello spettacolo teatrale “Fuoco alla guerra” diretto dal Sig. Fabrizio Manachini. Un mix di luci, suoni e colori e professionisti/e che hanno reso la serata magica e quasi surreale. Uno spettacolo che vivi quasi a farne parte anche se ovviamente sei solo tra gli ospiti in sala. La disciplina, ordine e passione dello staff è il must dello spettacolo che rivedresti anche più volte di seguito e in tutte proveresti emozioni diverse. Niente di scontato, niente di banale, anzi la cura e la precisione delle varie coreografie parlano da sole e sicuramente si percepisce una mano esperta e competente del Direttore Artistico-Coreografo Manachini che nulla lascia al caso. Ottime le musiche scelte ed utilizzate. Il finale, sorprendente, "ironico". Spero che il sig. Manachini sia già al lavoro per un nuovo progetto perché sicuramente tornerò ad essere in sala. Complimenti a tutto lo staff e grazie per la bellissima serata. Piacevole e da ripetere.
Letizia Caioli, Impiegata, 2017

Lo spettacolo (le prove n.d.r.) che ho visto mi è piaciuto molto. Alcuni balletti erano un po’ lunghi, ma mi sono divertita lo stesso! Mi sono piaciuti molto i loro costumi, specialmente quello rosso che indossava la signora che cantava.
Margherita Cantini, 8 anni Studentessa, 2016

Ho seguito molti spettacoli sulla danza, di recente grazie alla passione coltivata da mia sorella in questo settore e, di molte esibizioni viste, ho trovato in questo spettacolo ideato da Fabrizio Manachini degli aspetti interessanti e coinvolgenti che hanno attirato le mie attenzioni sulla base dell'osservazione artistica relativa sia alla danza (nelle sue linee), sia all'espressione interiore dell’uomo. Ho avuto la possibilità di seguire lo spettacolo durante le prove, non completo del tutto nei suoi aspetti coreografici. Nonostante ciò, sono convinto del valore di questo spettacolo che mi ha trasmesso molte emozioni soprattutto grazie alla particolare attenzione data al ruolo dei personaggi, riconoscibili non tanto dai loro costumi, quanto dalla loro gestualità. Tutto questo ha contribuito a rendere davvero toccanti alcune scene dello spettacolo, con un tentativo di fuga pensieroso dalla nostra realtà e una ripresa dal passato non indifferente. Un altro aspetto trascinante di questo complesso di coreografie è stato introdurre nello scenario i due cantanti che oltre a svolgere la loro funzione, fanno anche parte del corpo di ballo, unendo canto e danza e dando forma più consistente alla storia. In conclusione, ogni movimento espresso da ogni individuo, contribuisce a rendere questo spettacolo unico ed emotivo, invitando lo spettatore a ragionare sul passato e sull'importanza di non dimenticare. Sono impaziente di vedere quest'opera sotto i riflettori del teatro.
Matteo Teleschi, Studente Universitario, Accademia di Belle Arti di Firenze, 2016

Spettacolo interessante e ben costruito. Gruppo di ragazze molto affiatato e unito, tanto da non accorgersi della diversa provenienza di scuole di danza. Un lavoro ben pensato e riuscito nonostante la diversa età, il diverso stile e la diversa tecnica delle ballerine, che nonostante questo, si sono cimentate in ruoli anche interpretativi che hanno portato un miglioramento significativo ad ognuna di esse. Da insegnante infatti ho constatato un importante miglioramento nelle ragazze che hanno preso parte al progetto, nel modo di comunicare ed interpretare un ruolo, meno paura di mettersi in gioco, e più disinvoltura nell'affrontare il palcoscenico. Grazie mille della opportunità che avete dato alle nostre allieve.
Melissa Cagiada, Insegnante e Direttrice Artistica Passi d'Autore, 2017

Ho avuto la fortuna di assistere alle prove dello spettacolo “Fuoco alla guerra” per ben due volte. La prima volta appena è iniziata la musica, sono stata trascinata in un vortice di emozioni diverse e spesso contrastanti; sono stata trasportata in luoghi vicini e lontani, ma, soprattutto, ho vissuto in tempi passati, presenti e futuri. Mi sono sentita talmente coinvolta nelle varie storie rappresentate dai bravissimi ed espressivi ballerini, che il tempo si è fermato ed al termine dello spettacolo mi è venuto spontaneo dire - Ma come è già finito!!. La seconda volta, dopo una serie di riflessioni personali e scambi di idee, ho vissuto lo spettacolo in modo più consapevole. Questo mi ha permesso di interpretare i vari quadri e di comprendere la trama dello spettacolo. Inoltre, ho apprezzato maggiormente la scelta dei brani musicali e la varietà delle coreografie soprattutto nella seconda parte. Secondo me, “Fuoco alla guerra” è uno spettacolo fuori dall’ordinario che ci manda forti messaggi su cui riflettere e ci offre numerosi spunti per attivare conversazioni e discussioni.
Monica Pesco, Insegnante, 2016

....Fuoco alla Guerra è uno spettacolo "fresco", che cattura l'attenzione dello spettatore con intelligenza. L'aver fatto recitare delle piccole parti alle ballerine ne ha alleggerito la sequenza. Ciò che non ti aspetti tra un pezzo e l'altro contribuisce a catturare e mantenere viva l'attenzione e rendere più "leggero" anche il più pesante degli argomenti. I balletti belli, curati, creativi e fantasiosi. I protagonisti belli, attenti e "nella parte", nella passerella finale (saluti finali n.d.r.) hanno sfoggiato dei sorrisi così veri, puliti, raggianti e carichi di soddisfazione che esprimevano tutta la loro voglia, passione e consapevolezza del lavoro svolto. Una serata davvero bella....
Monica Rocchi, Impiegata, 2017

Mi è piaciuto tanto “il bambino con il pigiama a righe” perché erano molto convinte e brave (gli interpreti ndr). Naturalmente ci sono balletti più allegri e meno allegri. Il balletto (Marylin Monroe ndr) durante il quale si sono messe l’accappatoio addosso e l’asciugamano in testa ad esempio è stato molto divertente. Naturalmente non è come vederlo in teatro perché in teatro ci sono le luci, il sipario, le quinte e quindi non è la stessa sensazione. Anche le battute sono state molto divertenti a d esempio quella che diceva della sagra della porchetta, pure i costumi sono davvero belli. A me è piaciuto tanto e non vedo l’ora di ballare.
Myrea Ramos, 10 anni, Vincitrice Borsa di Studio Fondazione A 2017/2018, 2017

Un fiume di emozioni, un ritmo incalzante. La seconda parte è folgorante: un monologo che parla alla pancia, che ti colpisce con lo strazio della guerra e poi ti risolleva con un leggero volo di farfalle tra il pubblico.
Paola Toniolo, Sales & Marketing Manager, 2017

Ho visto nascere questo spettacolo e crescere piano piano. Ho visto il grande lavoro, la determinazione, la gioia la fatica, la paura, e la voglia di arrivare fino in fondo e dire ce l’abbiamo fatta. Per me è stata la prima volta che vedevo le mie ragazze lavorare con altri, e anche la prima volta che le vedevo ballare da spettatrice. All’inizio ho pensato che non mi sarebbe piaciuto, una forma quasi di gelosia, che francamente non mi sapevo neanche spiegare, ma che per fortuna è durata veramente poco. Infatti man mano che, vedevo prendere vita lo spettacolo, è arrivata la consapevolezza del lavoro che stavano facendo, di come si stavano mettendo in gioco senza paura, relazionandosi con ragazze di altre scuole senza vergogna. È stato bello vedere crescere coreografia, su coreografia il progetto, vedere con quanta determinazione queste ragazze davano spessore ai personaggi e la bravura di Fabrizio Manachini che con fermezza portava avanti il lavoro nel poco tempo a disposizione (1 week end al mese n.d.r.). Oggi posso dire che lo spettacolo è molto bello, che mi è piaciuto moltissimo e che le ragazze sono migliorate tantissimo, e non solo nella danza, ma nella sicurezza con cui riescono ad affrontare il palco, nell’espressività non solo corporea, ma nella forza di uno sguardo. Personalmente penso, che sia stata una esperienza importante, che le ha fatte crescere sia a livello artistico che di maturazione personale. Continuerò, con piacere a seguire queste ragazze nel loro percorso, nelle loro esperienze professionali, che questo progetto offre, perché ogni volta che le guardo vedo i loro sorrisi, vedo la gioia e la consapevolezza che, comunque dopo tanta fatica, sono arrivate alla fine del percorso e ce l’hanno fatta. Finalmente il giusto merito, i giusti applausi e le giuste soddisfazioni. Brave tutte e bravo Fabrizio e il Presidente della Fondazione A (Marco Agrestini n.d.r.) per essere riusciti a far sì che tutto fosse possibile.
Patrizia Vallini, Insegnante e Direttrice Artistica Ego Danza, 2017

Certamente è uno spettacolo complesso, articolato, evocativo che consente allo spettatore di rivivere spezzoni della propria vita, nel bene e nel male. Sono stato molto colpito dalla "La Sagra della Porchetta" un richiamo alla componente ludica della vita dell'uomo che comporta però anche lotte, guerre, dolori lutti. Ho rivissuto con una certa sofferenza il passaggio dalla Lettera 22 della Olivetti al computer e quello dal telefono fisso al cellulare. L'emozione di possedere la mitica FIAT 500. Piacevolmente sorpreso che l'icona Marilyn pare essere immortale; forse abbiamo una nuova Cleopatra? E poi chi non si ricorda quando in quasi tutte le famiglie italiane i genitori scandivano a chiare lettere: dopo carosello tutti a nanna. Il cast, dopo l'intervallo (la scena dedicata al “Intervallo R.A.I. n.d.r.), ha ben sottolineato la crudeltà, la ferocia, ma soprattutto la stupidità, l'inutilità della guerra. A ben vedere alla fine nessuno ha vinto, tutti sono dei perdenti. Il finale (saluti finali n.d.r.), che si è svolto in una affollata platea, il cast ha voluto concludere la serata con una semplice, gaia, ottimistica dimostrazione: come possono coesistere percorsi differenti senza scontrarsi, senza farsi la guerra. Questa fase è stata gradita dal pubblico così tanto che l'ha accompagnata sino alla fine con uno interrotto, cadenzato applauso. Concludendo si può evidenziare che siamo in presenza di uno spettacolo globale, senza limiti di tempo e di spazio. Certamente il mio commento appare datato, ma ciò è soltanto un’illusione ottica. Mio padre, mio nonno non hanno avuto le mie stesse esperienze, cosi come i miei figli e di miei nipoti avranno le loro proprie esperienze. Ciascuno di noi ha una propria esistenza, ma è pur vero che tutti noi siamo degli Homo sapiens Soltanto una vera Cultura di pace, elaborata dallo stesso H. Sapiens, potrà impedirne l'autodistruzione.
Pier Luigi Manachini, Docente Universitario, 2017

Lunedì 19 Giugno 2017 c’ero anch’io! Per la prima volta nella mia vita ho visto uno spettacolo di danza. È stato fantastico. Emozionante, coinvolgente, dinamico. Lo spettacolo è volato in un attimo. La professionalità dimostrata da tutti - sia da coloro che erano sul palco sia da quelli che hanno lavorato dietro le quinte - è stata di alto livello. Le coreografie, l’uso delle luci, i costumi mi hanno incantato. Ho il piacere di conoscere il regista e non oso pensare all’enorme lavoro svolto per far sì che in un solo anno (1 week end al mese n.d.r.) sia stato possibile realizzare tutto ciò. Non posso che fare a tutti voi le mie congratulazioni e un grande in bocca al lupo per tutto quello che in futuro andrete a realizzare.
Roberta Caciagli, Arredatrice, 2017

“Fuoco alla Guerra” appare come una storia corale, raccontata quasi sempre da un gruppo e quasi mai da una singolarità. Possiede la qualità delle piccole grandi opere: vari livelli di lettura. Questa fa sì che “Fuoco alla Guerra” riesca a soddisfare i palati più diversi e diventi uno spettacolo godibile per chiunque. In un miracoloso equilibrio che alterna momenti ameni a tragicità, lo spettacolo intrattiene e letteralmente trattiene lo spettatore attaccato alla poltrona senza mai concedere niente alla noia. Nella prima parte, “Fuoco alla Guerra” rivela la sua anima gentile: scene di vita quotidiana, surrealismo e qualche ironica critica alla nostra società moderna così varia e sfaccettata. Non accenna, non prelude ma sembra essere cosciente dell’ombra che incombe. La seconda parte infatti vede l’incedere del male descritto nelle sue diverse forme. Inaspettato ma sempre saputo, non annunciato ma inesorabile, arriva dal niente e come niente spazza via tutto, le gioie, le allegrie e le piccole contraddizioni di una società inconsapevole di covare dentro di sé la sua stessa malvagità. I saluti finali sono una piccola sorpresa, un allegro epilogo che reca una speranza come a dire: lo so la vita può essere crudele, ma va pur sempre presa con la migliore gioia di cui siamo capaci.
Roberto Mangoni, Grafico e Web Designer, 2017

Complimenti al lavoro svolto, a tutti i partecipanti della Fondazione A, le interpreti sono maturate a livello interpretativo e si è visto: da spettatrice un notevole cambiamento da inizio anno da parte di tutte. Lo spettacolo spazia dalla comicità alla forza dell’ultimo capito che mette i brividi.
Sara Masoni, Insegnante di Danza, 2017

…ho visto lo spettacolo "fuoco alla guerra”, voglio fare tantissimi complimenti! Uno spettacolo straordinario! Molto bello, divertente e allo stesso tempo emozionante. Bravissimi!
Savina Landi, Artigiana, 2016

Bravi!!! Sono stato ieri sera (13 Ottobre 2017 n.d.r.) allo spettacolo di beneficenza al Teatro Augusteo a Napoli. Sono stato colpito dalla bellezza e dalla professionalità di tutti i componenti del gruppo, in particolare dalla genialità della coreografia. Alla fine lo stato d'animo predominante era la commozione e la gioia.
Grazie
Silvano Forte, Responsabile Complesso Museale, Napoli, 2017

La coreografia mi è piaciuta tanto, soprattutto “il bambino con il pigiama a righe”.
Simona Rafaneli, 10 anni, Vincitrice Borsa di Studio Fondazione A 2017/2018, 2017

Serata piacevole e divertente a tratti molto divertente! Bravi! Non posso dare un giudizio tecnico, ma sicuramente lo spettacolo mi ha suscitato sorrisi, tensione emotiva, curiosità e qualche lacrima!
Stefania Lazzareschi, Agente Immobiliare, 2017

Ho assistito alle prove di questo spettacolo e sono rimasta sbalordita prima di tutto dalla bravura delle ballerine e dei ballerini, dalla bellezza delle coreografie e dalla professionalità di tutto lo staff, ma la cosa che più mi ha colpito è la storia che c'è dietro a questo spettacolo. Una storia forte, infatti il tema principale (a mio avviso) è la guerra, che è stata rappresentata pienamente e con forza. Personalmente mi è piaciuta molto la parte iniziale del fuoco, rappresentata con dei nastri che subito ti danno l'idea della fiamma viva. Ho adorato anche la parte un po' più leggera dello spettacolo dove le ballerine ricostruivano opere, quadri e spezzoni di film amatissimi. Ho apprezzato anche la parte cantata, bravissimi i due cantanti. Insomma consiglierei a tutti di assistere a questo spettacolo perché merita di essere visto e ti tiene incollato alla poltrona, è come ho detto appena uscita dalla sala " è una cosa mai vista prima"
Stefania Rizzi, Barista, 2016

“Fuoco alla guerra” è uno spettacolo avvincente e stimolante! Oltre al talento di tutte le persone coinvolte ciò che mi ha maggiormente impressionata è la capacità espressiva delle protagoniste/i che, seppur di età giovanissima riescono a catturare lo spettatore. Fuoco alla guerra offre tanti spunti di riflessione e nonostante le tematiche siano tutt'altro che lievi vengono affrontate con un piglio ironico e divertente.
Veronica Fantozzi, Educatrice di Asilo Nido, 2016

Lo spettacolo è estremamente godibile e interessante... Il tempo scorre velocemente in un susseguirsi di divertimento, risate, riflessioni; una vasta gamma di emozioni arriva al pubblico, che non può che rimanere con gli occhi incollati al palco. Anche lo spettatore meno preparato sugli aspetti tecnici non può non rimanere colpito dalle capacità sceniche dell'intero cast. Nonostante l'età talvolta giovanissima delle protagoniste si notano il talento, l'impegno e la concentrazione durante ogni esibizione. Insomma... Complimenti a tutto il cast e continuate così!
Veronica Fantozzi, Educatrice di Asilo Nido, 2017

Lo spettacolo (le prove n.d.r.) è stato molto bello e appassionante; alcune coreografie trattavano argomenti molto delicati ed il massaggio è arrivato benissimo a tutti. Mi hanno colpito molto anche i costumi che, nonostante fossero molto semplici si adeguavano benissimo con il contesto della coreografia.
Virginia Cantini, Studentessa 13 anni, 2016